Fine settembre alla Tenuta ci regala un momento di passaggio bellissimo. I colori non sono più quelli bruciati da un’estate arida e caldissima e si avviano invece verso quella tavolozza autunnale che sarà ricchissima di sfumature. Cambia la luce nell’accorciarsi delle giornate. Ci prepariamo alle stagioni che ci riporteranno ‘all’interno’ godendoci gli ultimi giorni ‘all’aperto’, ora che la temperatura è piacevole, l’aria frizzante.
Hortus|Horti è nata da questa riflessione sul passaggio ‘esterno|interno’, dall’hortus-villa all’hortus conclusus. Abbiamo colto l’occasione della manifestazione annuale dell’amministrazione comunale, Rivodutri Contemporanea, che prevede oltre all’acquisizione delle opere permanenti selezionate per il percorso d’arte a cielo aperto anche una serie di eventi collaterali, per aprire gli spazi della Tenuta ad artisti – e non solo – che vogliano condividere con noi e con il pubblico una ‘riflessione’.
Dal 29 settembre al 1 ottobre installazioni temporanee, land art, performance, videoinstallazioni saranno ospitate e visitabili nell’ambito di questa prima edizione di una rassegna che ci auguriamo possa diventare un appuntamento annuale.
HORTUS CONCLUSUS
Anteprima del calendario 2018 attraverso la presentazione delle tavole originali.
STORIE DI OMBRE E DI SILENZI
SCORRERE
INSTALLAZIONI TEMPORANEE | HORTI
Tutto è lì. Le migliaia di riflessi
lasciati dal tuo volto tra i crepuscoli
dell’alba e della sera negli specchi
e quelli che continuerà a lasciare.
Jorge Louis Borges
Opera sorella di 'A stone into the pool' realizzata per il progetto Land Art Al Furlo VIII ed. , SAXUM IN LACUS è la rappresentazione della poesia che traspare dai riflessi dei sassi nell'acqua: riverberi di luce che rievocano memorie, emozioni, affetti, ricordi.
Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo.
Nulla dies umquam memori vos eximet
Virgilio, Eneide
New York, muro del Museo dedicato alle vittime dell'11 settembre 2001
Laddove la memoria diventa dinamica trasmettendosi in maniera selettiva attraverso la letteratura, la poesia, le arti, essa concorre a formare l'identità dei popoli che si riconoscono in quei valori condivisi che vengono tramandati di generazione in generazione. Installazione temporanea.
WELCOME è il mio contributo per HORTUS|HORTI. Ho 'giocato' con otto seggiole pieghevoli ed un tavolo tondo - come un'ostia - che si divide in due e si ricompone. Ne ho fatto un totem che si alza sgangherato verso il cielo. Un monumento ad una divinità immaginaria, abitato dai miei gatti. Immaginari pure quelli. Anche se...Smontandolo ne ho fatto un monumento agli uomini e alle donne che sanno accogliere altri uomini che non hanno un dove, altre donne che non hanno un come, i bambini e le bambine degli altri, i gatti e i cani in cerca di un nome...E così ho sparso le otto seggiole e i due mezzi tavoli che ad avvicinarli tornano a farne uno tondo - come un'ostia.
Perché qui ogni viandante è benvenuto: troverà un riparo dove accomodarsi, un luogo per riposare le gambe stanche del lungo cammino e una tavola pronta per essere imbadita. Per condividere cibo, tempo, amicizia. WELCOME.
L'hortus conclusus è un luogo segreto e protetto, dove la meditazione concorre a raggiungere una conoscenza contemplativa. La forma è quadrangolare a simboleggiare i quattro angoli dell'Universo; al centro un albero simboleggia la vita e un pozzo o una fonte la sorgente della conoscenza.
Sulla base di questo modello si svilupperà l'hortus conclusus dell'artista, uno spazio ideale ma con la necessità di diventare reale dialogando con lo spazio naturale che lo circonda.
Attraverso quattro mattonelle in terracotta incise e dipinte con smalto lʼalbero racconta se stesso dal riposo al suo risveglio, fino alla vita che lentamente procede, come un continuo temporale (morte, nascita, vita).
Il tema dell'hortus, considerato in special modo nell'accezione di Hortus Conclusus assunta in epoca più tarda, indirizza immediatamente la riflessione al rapporto tra l'inter-
no e l’esterno. Il culto degli Dei e degli antenati infatti implica già la consapevolezza di una spazialità non soltanto fisica. Le categorie di interno ed esterno vengono quindi a designare il perimetro di uno spazio significativo in senso trasversale, e che comprende ogni manifestazione possibile di presenza; fisica, psichica o animica.(...continua)
"La scultura sarebbe il farsi-corpo di luoghi che, aprendo una contrada e custodendola, tengono raccolto intorno a sé un che di libero che accorda una dimora a tutte le cose e
agli uomini un abitare in mezzo alle cose" (da "L'arte e lo spazio" di Martin Heidegger).
''Hortus conclusus soror mea, sponsa, hortus conclusus, fons signatus''
''Giardino chiuso sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata''
dal Cantico dei Cantici
Frammenti di pensieri, gesti, memorie, storie: sono le tessere che compongono l'installazione modulare dell'artista abruzzese e che una accanto all'altra concorrono a formare la trama di una narrazione. Un mosaico che è riflesso del proprio vissuto e del proprio tempo ma che qui diventa riflessione attraverso la delimitazione di uno spazio - che è ovunque e nessun luogo - dove la meditazione trasforma l'atto in pensiero, il gesto in emozione.
Una 'ideale' galleria museale dove si alternano capolavori dell'arte classica e opere minori nella versione reinterpretata dall'artista. Una riflessione dolceamara sulla caducità della condizione umana - e non solo.
In una sorta di gioco di ruoli, Bergamo priva le opere antiche della loro originaria funzione celebrativa o simbolica, per attribuire loro una nuova e più contemporanea identità, regalando virtualmente una 'seconda' opportunità, dopo secoli di immobilità e -talvolta - di oblìo. Così una dea diventa una baby sitter e una matrona finisce in stireria...ma tant'è: sic transit gloria mundi...
ACQUISIZIONI. HORTUS|HORTI
Succede di lasciare la città in cerca di una dimensione diversa. Ma per trovarla bisogna concedersi un tempo. L'opera è un nodo al fazzoletto, un monumento per non dimenticare cosa siamo venuti a cercare qui e da cosa ci siamo allontanati. E' un'immagine di rottura nella continuità del paesaggio perché è necessaria una 'frenata' brusca talvolta per 'far spazio' per noi stessi, per creare, per conquistare un 'tempo lento', per perdersi e ritrovarsi.